Le Neuroscienze Cognitive, grazie a nuove tecniche di misurazione, come la neuroimaging (es. fMRI, PET, SPECT) o l’elettrofisiologia, studiano come vengono prodotte le funzioni psicologiche (ovvero le emozioni, i pensieri, le sensazioni, i comportamenti e le scelte) dai circuiti neuronali del cervello.
I Neuroscienziati conoscono in modo molto approfondito il funzionamento dei circuiti neuronali e quindi sono in grado di insegnare, all’interno di un percorso formativo, come gestire le sofferenze dovute a quattro elementi destabilizzanti prodotti dal cervello che influenzano il nostro benessere quotidiano:
- le emozioni “negative” (ansia, paura, rabbia, tristezza)
- i pensieri destabilizzanti (ossessioni, fissazioni, compulsioni, disistima, dubbi, insicurezze, preoccupazioni)
- le sensazioni spiacevoli (di essere rifiutati, di non valere niente, di trovarsi in difficoltà, di non riuscire a risolvere, di non sentirsi capiti né accettati, di essere in gabbia, ecc.)
- i comportamenti e le scelte controproducenti (dipendenza da cibo, anoressia, bulimia, binge eating, scelta del partner sbagliato, dipendenze affettive, dipendenze da sostanze psicoattive o dal gioco, aggressività incontrollata, comportamenti autosabotanti, disfunzionali o non strategici, ecc.).
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“Ho studiato Neuroscienze ed Etologia umana per molti anni e ho letto quanti più libri possibile sul funzionamento del cervello, ho effettuato osservazioni, studi e ricerche indipendenti e alla fine ho messo insieme una grande mole di dati fino ad elaborare una nuova Teoria secondo la quale, fornendo alcuni stimoli specifici ad alcune particolari aree del cervello, è possibile fare in modo che esse smettano di produrre tutte quelle sofferenze correlate con le emozioni negative, i pensieri destabilizzanti, le sensazioni spiacevoli e i comportamenti disfunzionali: esiste infatti la possibilità di fornire al cervello specifici stimoli sensoriali ed emozionali così che vengano soddisfatte le necessità delle aree di memorie di alcuni specifici neuroni, per permettere ai loro circuiti di produrre tutti i neurotrasmettitori del benessere necessari per vivere in modo armonico e raggiungere l’equilibrio energetico dell’intero organismo.”
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Non siamo infatti noi a produrre le emozioni negative, i pensieri destabilizzanti e tutte le sensazioni spiacevoli che ci fanno soffrire: questi elementi destabilizzanti sono prodotti autonomamente da specifiche aree del cervello che funzionano in modo indipendente dai nostri desideri!
In altre parole, non possiamo decidere noi volontariamente quali emozioni produrre ma finalmente per la prima volta nella storia delle Neuroscienze cognitive è stato proposto un modo per interagire ed influenzare le aree neuronali correlate con la genesi delle sofferenze, per far sì che esse interrompano la loro azione destabilizzante: se forniamo stimoli adeguati, si riduce significativamente la produzione di sofferenze emotive!
Per anni le Neuroscienze sono andate alla ricerca die meccanismi di funzionamento del cervello per capire come, quando e perché si innescasse l’attivazione di queste aree in grado di produrre sofferenze emotive: cosa influenza queste aree? cosa le accende? cosa le stimola a produrre emozioni negative?
Una delle scoperte più interessanti è stata quella che ha ribaltato l’idea secondo cui la produzione di emozioni, di pensieri o di comportamenti fosse una risposta agli eventi esterni osservati: grazie agli ultimi studi sul cervello, oggi sappiamo che non è così! Il nostro cervello non è infatti in grado di produrre una sofferenza emotiva attraverso la sola osservazione dell’evento esterno: il cervello produce sofferenza emotiva soltanto DOPO aver effettuato un CONFRONTO tra l’elemento esterno osservato e un dato di memoria interno!
Per ottenere queste nuove conoscenze, sono stati necessari particolari studi di risonanza magnetica funzionale, in grado di analizzare le aree coinvolte nelle risposte emotive: si è potuto così osservare come alcune aree neuronali si attivassero in una sequenza completamente diversa rispetto a come ci si aspettasse e si è constatato come, in realtà, la sofferenza emotiva nascesse da una velocissima automatica rielaborazione dell’evento osservato, da parte di alcune aree del cervello contenenti memorie nascoste e non consce, per cui la risposta emotiva non risultava correlata con l’evento ma con la presenza di tali memorie.
Queste osservazioni non possono essere trascurate, se ci si pone l’obiettivo di risolvere le sofferenze emotive (siano esse correlate con pensieri destabilizzanti, con emozioni negative o con qualsiasi altro elemento destabilizzante) e mettono in evidenza come possa essere molto arduo provare a risolverle senza prendere in considerazione la presenza delle memorie registrate in queste aree neuronali, visto che il cervello è in grado di produrre sofferenze emotive solo e soltanto attraverso un confronto tra il dato osservato ed il contenuto di queste memorie!
Nei prossimi cinque video, un approfondimento sull’importanza delle memorie presenti nei nostri Database del cervello e sulla genesi delle sofferenze!
Infine, nello studio sulla genesi delle sofferenze emotive e nell’individuazione delle procedure per risolverle, sono stati fondamentali alcuni importanti ricerche che hanno preso in considerazione il funzionamento dei neuroni dopaminergici ex ante dell’area tegmentale ventrale del mesencefalo e le loro correlazioni con il sistema limbico (in particolare con le amigdale e con i nuclei accumbentes): è stato hanno messo in evidenza come esistano interi circuiti neuronali istruiti e programmati con il preciso compito di generare dei veri e propri indebolimenti operati attraverso la produzione di sofferenze emotive per soddisfare alcuni requisiti registrati nelle reti concettuali presenti nelle aree di memoria di cui si è precedentemente accennato.
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Se vogliamo quindi risolvere ed evitare che il cervello generi sofferenze, dobbiamo conoscere come interagire con le parti del cervello realmente responsabili della loro genesi: è assolutamente inutile infatti agire o intervenire su altre aree o su altri elementi che non siano esattamente quelli coinvolti nella produzione delle emozioni, delle sensazioni negative e dei pensieri destabilizzanti da cui si originano proprio le nostre sofferenze emotive!
Per evitare che il cervello produca sofferenze emotive sono necessari degli elementi di compensazione che soddisfino le richieste di queste aree di memoria e tali elementi di compensazione sono rappresentati da azioni specifiche, contenenti messaggi (apparentemente irrazionali e spesso non comprensibili alla nostra parte logica-razionale) decodificabili solo da queste aree, responsabili della genesi delle nostre sofferenze emotive.
Fornire questi messaggi vuol dire evitare che esse inneschino elementi destabilizzanti.
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IL PERCORSO FORMATIVO1 PROPOSTO DALLE NEUROSCIENZE: LA SCIENZA SI EVOLVE!
Nel percorso formativo che propongo, utilizzando le ultime scoperte delle Neuroscienze, è possibile imparare insieme come evitare concretamente che il cervello produca sofferenze (derivanti da emozioni negative, sensazioni spiacevoli o pensieri destabilizzanti) e come interagire con il nostro cervello (in particolare con quelle aree autonome e indipendenti che sono le vere responsabili della genesi delle nostre sofferenze, nella nostra quotidianità).
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Perché é un percorso diverso dagli altri?
Il percorso che propongo, essendo un percorso formativo, non è una psicoterapia ed è funzionale solo in un soggetto “sano”, che non presenti patologie psichiche di competenza del medico, dello psicoterapeuta o dello psichiatra: chi sospetta di avere una qualsiasi patologia psichica o fisica o chi desidera effettuare un consulto psicologico, psichiatrico, medico nonché chi voglia sottoporsi ad una diagnosi, ad una terapia o ad una psicoterapia, deve rivolgersi al proprio medico o al proprio psicoterapeuta di fiducia. In tutti gli altri casi, chi vuole imparare come eliminare la maggior parte delle sofferenze prodotte dalle varie aree del cervello, può avvalersi di un percorso formativo come quello proposto da me e dai miei collaboratori, per imparare quali input fornire al cervello affinché esso rimoduli autonomamente ed automaticamente le risposte emotive, i pensieri, i comportamenti e le sensazioni!
Per cercare di risolvere i sintomi o le patologie ci si può rivolgere a psicoterapie di vario tipo (terapia psicodinamica, Gestalt, sistemico-relazionale, cognitivo comportamentale, transazionale, biofeedback, costellazioni familiari, EMDR, ipnosi, mindfulness, psicoanalisi, psicodramma, psicosintesi, psicoterapia breve strategica, training autogeno, ecc.): sono tutte molto valide ed efficaci, ovviamente, ma nessuna di esse è in grado di insegnare quali stimoli fornire ai circuiti neuronali del cervello affinché esso limiti la genesi di sofferenze derivanti da elementi destabilizzanti di vario tipo, poiché per poter interagire con queste aree e fornire tutti gli stimoli necessari per modificarne il comportamento, è necessario comunicare utilizzando un linguaggio molto particolare, non verbale, costituto da azioni simboliche non razionali (come quello ottenibile attraverso giochi di ruolo).
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In sintesi, per evitare che il cervello generi sofferenze e per favorire la produzione dei neurotrasmettitori del benessere, è assolutamente necessario:
- conoscere come funzionano le aree del cervello correlate con la genesi delle nostre sofferenze;
- imparare come interagire con le aree neuronali responsabili della produzione di alcuni specifici neurotrasmettitori (in particolare la dopamina) in grado di operare tentativi di indebolimento attraverso la genesi di elementi destabilizzanti;
- fornire al cervello e alle sue aree neuronali tutti gli stimoli di cui esse hanno bisogno per disinnescare i loro numerosi tentativi di indebolimento (operati attraverso la produzione di elementi destabilizzanti) così da mantenere l’equilibrio, il benessere e la serenità.
“Imparando come funziona il cervello, è possibile concentrare l’attenzione direttamente sulle aree neuronali che producono gli elementi destabilizzanti e orientando le energie nella ricerca degli stimoli da fornire al cervello per evitare a priori che gli elementi destabilizzanti vengano prodotti“.
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Ovviamente, essendo un percorso formativo, esso è indicato per chi vuole imparare come funziona il cervello e come fornire gli stimoli utili a limitare la genesi delle sofferenze prodotte dalle varie aree neuronali, per far sì che sia il cervello stesso a rimodulare e modificare le risposte emotive, i pensieri, i comportamenti e le sensazioni!
Attraverso l’apposito modulo di “richiesta appuntamento” puoi contattare me ed i miei collaboratori: saremo lieti di fornirti tutte le informazioni utili ad intraprendere un percorso in grado di insegnarti tutte le strategie più utili per vivere serenamente ogni momento della tua vita.
Ti aspettiamo, contattaci adesso!
1 Il percorso che propongo, essendo un percorso formativo e non terapeutico, non sarà in grado di curare in alcun modo nessuna patologia, per la quale si raccomanda di rivolgersi al medico o allo psicoterapeuta: attraverso il percorso che propongo si può imparare come funziona il cervello e quali azioni compiere per soddisfare le richieste di specifiche aree neuronali ma non si può avere alcuna diagnosi né terapia farmacologica né di altro tipo né curare nessuna patologia. Se si desidera un consulto medico, psichiatrico, psicologico per una diagnosi o per una terapia, è necessario rivolgersi al medico, allo psichiatra, allo psicoterapeuta o allo specialista di fiducia.
Ovviamente, non è necessario avere una patologia per provare una SOFFERENZA EMOTIVA nella vita quotidiana e per desiderare di aumentare sicurezza in se stessi e forza di volontà: tutti soffriamo, anche le persone cosiddette sane! Il percorso da me proposto permette di imparare facilmente quali strumenti utilizza il cervello per produrre le emozioni così da gestirli efficacemente e di apprendere quali stimoli fornire alle diverse aree neuronali, per far sì che esse non generino più sofferenze emotive, per trovare finalmente la propria strada nella vita, costruire le sicurezze, vincere le paure, scegliere la persona giusta per vivere con gioia e serenità la propria quotidianità.
Essendo un percorso formativo finalizzato a produrre un aumento delle sicurezze in se stessi e della forza di volontà, il percorso da me proposto è aperto a tutti ma, non essendo una terapia, in alcuni soggetti che necessitano di altri tipi di percorsi potrebbe non fornire un risultato apprezzabile.
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